Alla ricerca dello spirito imprenditoriale
La Delega tecnologica
L'imprenditore nella complessità e nei mutamenti degli scenari di new economy
Strategia: antichi insegnamenti per l'imprenditore
Elogio della fortuna imprenditoriale
Dominare la nuova corte barocca imprenditoriale
Parchi tecnologici
Strategia ovvero la struttura in azione
Imprenditore ovvero Entrepreneur
Infomatica:una nuova frontiera

 

L'imprenditore nella complessità e nei mutamenti degli scenari di new economy

Se lo interpretiamo come un Principe di Machiavelli, l'imprenditore deve essere anche uomo fortunato per poter vincere i rischi posti dal caso in un mondo sempre più caratterizzato da irrazionalità

di Gianfranco Dioguardi

L'imprenditore oggi si trova ad affrontare uno scenario sempre più complesso e turbolento che rende incerto, e spesso irrazionale l'ambiente nel quale opera.
Possono allora tornare utili gli insegnamenti di tanti libri che una volta letti non si aprono più, pur rimanendo il loro ricordo vivo e vitale.
Per esempio, Peter F. Drucker agli inizi degli Anni Ottanta aveva scritto Managing in Turbulent Times, (1) in cui insegnava come staccarsi dal passato, tuttavia sempre tenendo conto della tradizione, per dirigere il futuro verso l'innovazione e il cambiamento. Un cambiamento continuo in un mercato oramai globale, caratterizzato dalla new economy fatta di commercio elettronico e di informatica, che spesso si trasforma in net economy ovvero nell'economia delle reti di comunicazione, in particolare degli scambi attuati attraverso reti globali del tipo Internet. Quel mercato oggi è invaso da innovazione continua e costante, che muta perennemente -- rendendolo incerto -- lo scenario in cui l'imprenditore deve operare.
John Kenneth Galbraith scrisse nel 1977 The age of Uncertainty, (2) mentre Charles Handy nel 1989 ripropose la nostra epoca come The age of unreason. (3) Il cambiamento, sostiene Charle Handy, non è più prevedibile e graduale. È diventato intenso e accelerato, discontinuo e quindi complesso e scomodo da gestire anche se molto più stimolante.

fortuna nell’intraprendere

L'irrazionalità segnalata da Charles Handy si collega poi allo strano gioco del caso che sempre più condiziona le azioni imprenditoriali. Sembra infatti tornare attuale l'antico detto di Pindaro, il filosofo poeta dell'antica Grecia: "Nelle azioni è il caso che decide la vittoria, di sforzi non fare spreco". (4) Il concetto fu ribadito in Italia da Niccolò Machiavelli (1469-1527), che teorizzò il comportamento del sovrano scrivendo nel 1513 Il Principe, uno splendido manuale di strategia politica applicabile anche alla complessità dell'impresa produttiva. Nel capitolo XXV di quell’opera fra l'altro si legge: "Iudico che fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che lei ne lasci governare l'altra metà a noi". (5)
Dunque, se lo interpretiamo come un Principe di Machiavelli, l'imprenditore deve essere anche uomo fortunato per poter vincere i rischi posti dal caso in un mondo sempre più caratterizzato da irrazionalità. Fortunato in particolare nel ruolo che deve svolgere alimentando l’impresa di costante innovazione: un ruolo che propone così sempre nuove avventure imprenditoriali. Ma il clima di incertezza induce anche a ricercare qualche punto di riferimento sicuro, e perciò sono stato indotto a esaminare il Settecento -- quel periodo storico caratterizzato dalla Ragione -- nel quale ho cercato motivi di ispirazione per contrapporli alle bizzarrie della nostra epoca, costruendo suggerimenti utili all'imprenditore nel suo perenne confronto con la complessità.

illuminismo imprenditoriale

Mi sono perciò tuffato nello studio del secolo dell'Illuminismo, secolo caratterizzato dalla grande Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, tipica manifestazione di una razionalizzazione del sapere e quindi di un metodo di ragionamento basato sulla causa e non sul caso. Un ragionamento che, forse, potrebbe tornare utile anche nella nostra epoca. E in quel secolo mi sono imbattuto in personaggi straordinari, in particolare quelli che allora si chiamavano "avventurieri", persone alla costante ricerca di avventure anche nel mondo delle idee, perseguendo ideali in grado di innovare la loro esistenza. Appunto come accade per l'imprenditore che in tempi di turbolenza è alla costante ricerca di innovare i propri prodotti, ma anche la propria organizzazione così da poter competere in maniera vincente sui mercati incerti.
Un grande insegnamento mi e giunto dal principale degli avventurieri di quel secolo. Mi riferisco a Giacomo Casanova (1725-1798). Egli, da buon illuminista, fiducioso nella ragione e nell'iniziativa dell'uomo, è convinto che "quando uno si figge in capo d'attuare un progetto qualsiasi, e pensa solo a quello, riesce infallibilmente, a onta di tutte le difficoltà". (6) Se dunque vogliamo interpretare l'imprenditore seguendo questo insegnamento illuministico della ragione, dobbiamo esercitare forte perseveranza nelle azioni imprenditoriali, per conquistare il successo come fosse una bellissima donna, appunto come sapeva fare Giacomo Casanova.

Avventure da ripensare

La curiosità culturale mi ha poi portato ad approfondire la vita di un altro avventuriero settecentesco, che di Casanova fu amico. Si tratta di Ange Goudar, nato a Montpellier in Francia nel 1708, e morto a Londra secondo alcuni nel 1787, secondo altri nel 1791. Accanito viaggiatore come lo erano gli spiriti avventurosi nel Settecento, sposò nel 1764 la bellissima Sara che gli era stata presentata proprio da Casanova. I coniugi Goudar furono fra l'altro a Napoli, sotto il regno di Ferdinando IV, e Sara diventò l'amante del re borbone a cui piacevano molto le donne, tanto da essere definito il "re stallone" che generò innumerevoli figli illegittimi per questo soprannominati "figli di re". Ange Goudar sperava di poter assumere qualche carica importante nel governo napoletano e scrisse perciò, con spirito imprenditoriale, un saggio, per molti versi esemplare, di pianificazione politica per governare il regno di Napoli. Il libro si intitolava Naples, ce qu'il faut faire pour rendre ce royaume florissant. Recava la data, in prima edizione, del 1769 e si presentava come un vero e proprio "programma economico nazionale".
Così, sembrava che dal punto di vista “imprenditoriale” le cose fossero state bene impostate -- un libro singolare e la moglie amante del re -- proprio per condurre in porto l'impresa di ottenere un incarico di governo in quel regno. Ma anche in questo caso la fortuna, come previsto da Machiavelli, giocò un ruolo fondamentale e purtroppo negativo. Infatti, il caso beffardo volle che la consorte legittima del re, Maria Carolina, arciduchessa d'Austria -- celebre per il suo rigore morale -- trovasse un biglietto d’amore di Sara Goudar per il re Ferdinando IV, e così i coniugi Goudar furono immediatamente cacciati dal Regno di Napoli, mentre le copie del libro furono bruciate sul rogo tant’è vero che le poche superstiti sono diventate una rarità bibliofila.

LIBRI PER MEDITARE

Ho raccontato queste vicende in un mio libro intitolato Un avventuriero nella Napoli del Settecento, (7) pubblicato in Italia nel 1983, avendo preliminarmente teorizzato le mie esperienze pratiche nella conduzione imprenditoriale in un saggio dal titolo Organizzazione come Strategia. Lo sviluppo della piccola impresa in tempi turbolenti (8) pubblicato un anno prima, nel 1982 e che oggi riappare in una nuova edizione aggiornata..

ORGANIZZAZIONE COME STRATEGIA

Si possono trarre altri insegnamenti ancora dalle vicende settecentesche: per riuscire a conquistare il mercato l'imprenditore deve saper sviluppare efficaci, ma anche corrette azioni di marketing, e ciò deve avvenire seguendo l’esempio di Goudar quando compilava il suo libro: acquisendo cioè una serie completa e sufficiente di notizie sullo scenario ambientale nel quale operare, e, quindi, sul mercato, sui prodotti presenti, sui gusti dei potenziali clienti, sulla concorrenza. Notizie che saranno poi utili per impostare il processo produttivo e per porre in atto tutti gli strumenti per la gestione di quel processo, sia sotto l'aspetto dell'andamento temporale di produzione, sia per il controllo dei costi e della qualità dei prodotti da realizzare. Si impiegheranno quindi strumenti di programmazione tecnica (diagrammi a barre di Gantt o sequenziali tipo PERT), affiancandoli con sistemi informatizzati di elaborazione amministrativa dei dati che possano in tempo reale fornire il quadro esatto anche dell'andamento economico, analizzando gli scostamenti di budget per poter impostare eventuali azioni retroattive (di feed back) in grado di aggiornare costantemente la rotta dell'impresa, dirigendola verso i risultati voluti.

NOTE

1. Peter F. Druker, Dirigere in tempi di turbolenza. Il ruolo del management negli anni ’80, Etas Libri, Milano, 1981. La prima edizione originale è edita da William Heinemann, London, 1980.
2. John K. Galbraith, The age of Uncertainty, 1977. Trad. it. L’età dell’incertezza, Mondadori, Milano, 1977.
3. Charles Handy, The age of unreason, Business Books Ltd, London, 1989. Trat. It. L’epoca della non ragione, Olivares, Milano, 1990.
4. Pindaro, frammento 38 Snell, tradotto da Guido Ceronetti in Come un talismano, Adelphi, Milano, 1986.
5. Niccolò Machiavelli, Il principe, Einaudi, Torino, 1961, pag. 121.
6. Giuseppe Caglioti, Casanova e la scienza, Moretti & Vitali, Bergamo, 1998, pag.20.
7. Gianfranco Dioguardi, Un avventuriero nella Napoli del Settecento. Introduzione di Leonardo Sciascia, Sellerio, Palermo, 1983
8. Gianfranco Dioguardi, Organizzazione come strategia. Lo sviluppo della piccola impresa in tempi turbolenti. Con i commenti di Aldo Fabris. Presentazione di Alfred D. Chandler, Isedi-UTET, Torino, 2001.